THE TERMINAL, Commedia

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Nina!!!
view post Posted on 30/6/2008, 11:10




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Titolo originale: The Terminal
Titolo: The terminal
Paese: USA
Anno: 2004
Durata: 128'
Genere: commedia
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: Andrew Niccol, Sacha Gervasi
Sceneggiatura: Sacha Gervasi, Jeff Nathanson
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Musiche: John Williams
Scenografia: Alex McDowell


Interpreti e personaggi
• Tom Hanks: Viktor Navorski
• Catherine Zeta-Jones: Amelia Warren
• Diego Luna: Enrique Cruz
• Barry Shabaka Henley: Ray Thurman
• Stanley Tucci: Frank Dixon
• Chi McBride: Joe Mulroy
• Kumar Pallana: Gupta Rajan
• Zoe Saldana: il funzionario Torres
• Eddie Jones: Salchak
• Michael Nouri: Max
• Jude Ciccolella: Karl Iverson
• Corey Reynolds: Waylin
• Guillermo Díaz: Bobby Alima
• Rini Bell: Nadia
• Stephen Mendel: steward di prima classe
• Valeri Nikolayev: Milodragovich
• Ana Maria Quintana: ispettore governativo
• Bob Morrisey: ispettore governativo
• Sasha Spielberg: Lucy

Trama:
Viktor Navorski giunge all'aeroporto J.F. Kennedy di New York dalla Krakozhia, un piccolo stato sorto dalla frantumazione dell'Urss. Nel momento in cui giunge al desk dei visti viene però bloccato. In Patria c'è stato un colpo di stato. Il nuovo regime non viene riconosciuto dagli Stati Uniti e quindi lui non può entrare in America. Benché il responsabile dell'aeroporto, in attesa di un'ispezione per passaggio di grado, a un certo punto lo spinga ad infrangere la legge Viktor non esce dal terminal che diventa la sua casa in attesa di poter realizzare il sogno per cui è giunto negli States. (…)

Recensione:

RecSteven Spielberg ha realizzato, ispirandosi solo per lo spunto iniziale ad un fatto realmente accaduto, un film molto severo sul proprio Paese anche se presentato in confezione regalo. Perché non bisogna farsi trarre in inganno dalla storia d'amore tra Viktor e la hostess Amelia o dal clima idilliaco che si costituisce tra lui e gli inservienti del terminal. Il senso del film sta altrove. Sta nel ritornare, dal punto di vista della filmografia spielberghiana, in uno spazio concentrazionario. Lo erano il Jurassic Park, lo era per definizione il lager di Schindler's List, lo era l'aula di tribunale di Amistad. Questa volta il regista affronta uno dei non luoghi per eccellenza: l'aeroporto. Ci 'rinchiude' il suo protagonista(bella l'immagine dello spazio ampio e luminoso che diventa prigione in cui costruirsi con le proprie mani nicchie di creatività) e lo mette di fronte al non sogno americano. Stanley Tucci è perfetto nel delineare il ritratto di un'America sempre più chiusa in se stessa, dimentica delle sue origini e dei suoi ideali, in cui lo straniero viene tollerato solo se piega il capo e quasi 'sparisce'. E' un'America in cui si scivola spesso (chi vede o ha visto il film comprenderà il riferimento) su una pulizia di facciata mentre si cerca di 'applicare regole' che negano la speranza agli uomini ma la lasciano alle bestie (la scena dei medicinali è una delle più intense del cinema di spielberghiano). Spielberg ama il suo Paese e ce lo ha dimostrato in più di un'occasione. Proprio per questo non vuol assistere al dissolversi dell'American Dream. Che, a volte, può stare anche in una scatola di peanuts.

Opinione personale:
Apparte Schindler’s List non amo in modo particolare i film di Spielberg, non sono proprio il mio genere, ma dopo aver letto la recensione che ho postato sopra ho dovuto ricredermi sul significato del film stesso!
La prima volta che l’ho visto mi aveva colpito la quasi surreale reazione di Viktor, la cui tranquillità è a dir poco eccessiva…(onestamente io sarei andata nel panico più assoluto e mi sarei messa a urlare come una matta).
Quindi, tutto sommato, credo che sia un film che trasmette dei buoni valori : una sbalorditiva “onestà” da parte del protagonista, un modo di guardare le cose in maniera pura, quasi fanciullesca che tutti vorremmo e dovremmo avere per vivere in modo sereno un’esistenza che ormai il mondo occidentale ha perso sotto i ritmi ferrati della metropoli, del consumismo e delle regole da rispettare!


Curiosità:
Il film è ispirato alla storia vera del rifugiato iraniano Merhan Nasseri: giunto nel 1988 all'aeroporto di Parigi "Charles de Gaulle", dopo essersi visto rifiutare il visto di ingresso dall'Inghilterra a seguito del furto del suo passaporto, le opportunità offerte dalle autorità francesi furono due: il rimpatrio o la permanenza in Francia. Merhan Nasseri ha vissuto nel "Terminal 1" dell'aeroporto della capitale francese sino ad Agosto 2006. Steven Spielberg ha versato all'iraniano 300mila dollari come "diritti d'autore"[citazione necessaria].
Buona visione a tutti!!

Citazioni dal film:
« Io aspetto. »
(Viktor Navorski)



Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/The_Terminal
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35133
 
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