Bye Jacko

« Older   Newer »
  Share  
oOAlessiaOo
icon12  view post Posted on 15/7/2009, 20:26




Ciao ragazze,
finalmente trovo un po' di tempo per scrivere qualcosa su Michael.

Non è facile trovare le parole, soprattutto perchè qualsiasi frase suonerebbe ipocrita.
Sì, perchè di Michael si erano dimenticati in molti, me compresa.

E adesso invece mi sento profondamente triste, profondamente commossa.
Non so spiegarlo. Da quando è mancato sento il bisogno di ascoltare in continuazione le sue canzoni, di vedere i video dei concerti, di leggere della sua vita. E' una cosa stranissima.

E mi commuove l'affetto delle persone che cercano di ricordarlo in ogni modo possibile, con piccoli gesti - proprio in questo istante è passata sotto casa mia un'auto con Smooth Criminal a manetta - e con un boato immenso quando ieri sera Madonna durante il suo concerto gli ha reso omaggio.

Se da un lato tutto questo mi commuove e rattrista all'inverosimile, dall'altro sento una rabbia profonda verso questa ipocrisia collettiva - e anche mia.

Avremmo dovuto ricordarci di lui e avremmo dovuto dimostrargli tutto questo affetto quando era in vita.
Mi sto rendendo conto di quanti stiano rivalutando Jacko come persona solo ora che se ne è andato.
Bè, meglio tardi che mai, però mi chiedo...perchè?
Perchè adesso?

Ora sento un vuoto incolmabile, e voi?
Credo che abbiamo perso il più grande della musica e che paradossalmante stiamo comprendendo la sua grandezza di artista e uomo solo adesso.

Non posso fare a meno di leggere nei vari forum di supporto i commenti di qualche mese fa di chi stava organizzando il viaggio a londra per i concerti di luglio. Non posso fare a meno di leggere quei commenti pieni dell'entusiasmo di chi sta per realizzare un sogno. Poi tutto è cambiato.
Adesso chi partirà sa che dovrà assistere ad un concerto tributo. Questo fa davvero male.
Più ci penso e più mi sento triste.
Però è bello leggere le parole dei veri fan, di tutte quelle persone che Jacko non l'hanno mai abbandonato e hanno invece continuato ad aspettare il suo grande ritorno.
Dalle loro parole ho capito molto su Michael, perchè i fan vedono OLTRE lo schifo mediatico, OLTRE l'apparenza, OLTRE le menzogne. E da fan di altri gruppi so che i fan non si sbagliano mai.

Scusate lo sfogo, ma mi sono tenuta dentro queste cose, questi sentimenti contrastanti per tutto questo periodo, ci ho rimuginato parecchio. Più di ogni cosa - mi ripeto - mai e poi mai avrei pensato di poter soffrire così tanto per la scomparsa di Michael.


-----------------------


Posto qui un po' di articolo bellissimi che ho trovato in rete:

Il ricordo di Anjelica Huston "Un bambino sincero e fragile"

LA MORTE DI JACKSON

Intervista all'attrice, che aveva girato con lui un corto per Disneyland. "Lo avevo rivisto un mese fa, mi disse che gli avevano rubato un sogno. E' morto di crepacuore" di SILVIA BIZIO

Il ricordo di Anjelica Huston "Un bambino sincero e fragile"

Anjelica Huston
LOS ANGELES - "Michael era come uno sciamano capace di penetrare nei tuoi sogni. Un essere unico al mondo. E' morto di crepacuore". Così dice Anjelica Huston, che nel 1986 aveva lavorato con Michael Jackson nel cortometraggio in 3-D Captain Eo, diretto da Francis Ford Coppola e realizzato per Disneyland e DisneyWorld. Un film in cui la Huston interpretava una strega contro la quale Jackson, nel ruolo dell'eroe del titolo, si batteva salvando l'umanità. L'attrice, 58 anni, figlia del leggendario regista John Huston, aveva appena cominciato a riprendersi dal dolore per la scomparsa, lo scorso dicembre, del marito, lo scultore Robert Graham, quando ha saputo della morte di Jackson. "Un altro terribile lutto - dice, raggiunta nella sua casa di Venice - per lui nutrivo un affetto speciale."

Signora Huston, come ricorda Michael Jackson al tempo delle riprese di Captain Eo?
"Ricordo la prima volta che è arrivato sul set, alle cinque del mattino, era già truccato, bellissimo, un po' androgino, vagamente alieno. Ero strabiliata".

Lo conosceva già?
"No, lo avevo visto solo sui giornali o in tv. Ma di persona era diverso. Faceva impressione, in senso positivo intendo. Il modo in cui lavorava, la sua professionalità.., il perfezionismo con cui studiava ed eseguiva ogni coreografia e canzone era ammirevole. Io dopo due ore di trucco cominciavo a spazientirmi, lui non batteva ciglio. Mi prendeva la mano e mi calmava subito".

A quel tempo Michael era una mega- superstar. Si notava?
"Eccome! Sul set disponeva di una gigantesca roulotte e veniva seguito da un avvocato, dal manager e da guardie del corpo. Aveva il suo chef personale, era come uno sceicco. Ogni giorno riceveva visite di star: il primo giorno di riprese venne a trovarlo Sofia Loren, poi Elizabeth Taylor e praticamente tutte le più grandi dive di quegli anni".

Diventaste amici?
"Si. Lui era molto dolce e timido. Mi invitava a pranzare nella sua roulotte, dove si divertiva a guardare in tv i cartoni animati. Per certi aspetti era, in effetti, come un bambino, cresciuto solo nel fisico, un vero Peter Pan, introverso ma anche eccentrico, elettrizzante, si caricava a mille davanti al pubblico".

Era bravo a recitare?
"All'inizio stentava a esprimere sentimenti come la rabbia, come se nel suo dna non esistesse quel gene. Sapeva invece esprimere il dolore e la tenerezza. Ricordo la mattina in cui, dopo una settimana di macchina da presa rivolta su di me, avremmo dovuto girare le sue scene, ed ero irritata perché aveva preteso che io, pur non essendo "in camera", recitassi le mie battute completamente truccata e vestita da strega. Eppure, nel momento in cui lui salì sulla piattaforma e cominciò a cantare e ballare, il mio cuore iniziò a battere forte, mi vennero i brividi. Una magia, una forza della natura. Un'esibizione di puro talento che non avevo mai visto prima".

Lo aveva rivisto di recente?
"Dopo Captain Eo l'ho incontrato solo di rado... Ma, ironia della sorte, l'ho visto circa un mese fa, per caso, nello studio del nostro dermatologo, Arnie Klein. Ci siamo abbracciati e ci siamo rinchiusi in una delle stanze dello studio a chiaccherare per un paio d'ore. Abbiamo parlato di quanto si era sentito umiliato con l'accusa di molestie sessuali. E del dispiacere per la perdita di Neverland, dove aveva vissuto tanti anni".

Cosa le disse?
"Ricordo le sue parole: 'Hanno rovinato il mio sogno. Avevo questo sogno, magari infantile e sciocco, di un luogo concepito per celebrare l'innocenza di quell'infanzia che non ho mai avuto, e me l'hanno tolto. Io amo i bambini, non potrei mai fare loro del male. Ho passato tutta la vita ad amarli e cercare di fare cose buone per loro. Una diffamazione, quella di aver fatto dal male a un minore, che mi spezza il cuore. Un dolore insostenibile, sono accuse ingiuste e terribili...'. Mentre diceva queste cose si mise a piangere. Lo strinsi tra le mie braccia. Era così magro e fragile..."

Le parlò dei progetti futuri?
"Mi disse che stava prepaparando i concerti di Londra. Gli dissi 'ti consiglio di non cancellare nemmeno una serata, se no ti massacrano'. Mi rispose 'lo so, per questo mi sto preparando al meglio, perché altrimenti non avrò più speranze di tornare e di farmi amare'. Era magro e pallido, ma con tutto il trucco che aveva, perfino per andare dal dermatologo, non si capiva cosa ci fosse sotto. Una cosa posso dire: si sentiva in lui tanto dolore per il passato e tanta ansia e incertezza per il futuro".

Cosa crede che davvero abbia ucciso Michael Jackson?
"Michael aveva il cuore a pezzi. Per questo è morto. Certo, con l'autopsia troveranno chissà quante cose, farmaci e così via. Ma la verità è che gli hanno spezzato il cuore".

Che eredità lascia?
"Michael ha cambiato il mondo. Ha cambiato tutto nella vita degli afroamericani, provando che non esiste barriera tra il bianco e il nero. Lui era davvero sia bianco che nero. Ci sono stati altri come Elvis Presley, ma mai come Michael Jackson. Aveva qualcosa di extraterrestre che nessun altro aveva, e nessun altro avrà mai".

fonte: www.repubblica.it


--------------------------------



Lisa Marie Presley "Michael sapeva già come sarebbe morto"
Categoria: Musica
Lui lo sapeva.

Anni fa, Michael ed io stavamo avendo una conversazione sulla vita in generale.

Non ricordo l'argomento esatto ma può essere che mi stesse chiedendo delle circostanze della morte di mio Padre.

A un certo punto fece una pausa, mi fissò intensamente e disse con una certezza quasi serena, "Ho paura che finirò come lui, nello stesso modo."

Cercai subito di distoglierlo da quell'idea, ma a quel punto scrollò le spallè e annuì come se volesse farmi sapere che sapeva quello che sapeva, e non c'era nessuna possibilità di discutere.

14 anni dopo sono seduta qui e guardo un'ambulanza che lascia i suoi cancelli, le folle fuori dai cancelli, la copertura dei media, le folle fuori dall'ospedale, la causa della morte e cosa avrebbe potuto portare a ciò e il ricordo di questa conversazione mi ha colpita, così come quelle lacrime che non riuscivo a fermare.

Una fine predetta da lui, dai suoi cari e da me, ma quello che non avevo predetto era quanto avrebbe fatto male quando, infine, sarebbe successo.

La persona che non sono riuscita ad aiutare in questo momento viene trasportata negli uffici del coroner di Los Angeles per la sua autopsia.

Tutta l'indifferenza e il distacco che avevo lavorato così tanto per ottenere negli anni è finito giù per il cesso (ndr. è la traduzione italiana più adatta) ed ora sono incredibilmente amareggiata.

Dirò ora quello che non ho mai detto prima perchè voglio che la verità venga a galla.

La nostra relazione non era "una facciata" come viene detto dalla stampa. Era una relazione insolita, sì, in cui due persone insolite che non vivevano, nè conoscevano, una "vita normale" avevano trovato una connessione, forse con un tempismo sospetto da parte sua. Ad ogni modo, credo che lui mi amasse quanto più potesse amare una persona, ad io lo amavo molto.

Volevo "salvarlo", volevo salvarlo dall'inevitabile, che è quello che è appena successo.

Anche la sua famiglia e i suoi cari volevano salvarlo da tutto questo, ma non sapevano come, e questo succedeva 14 anni fa. Avevamo tutti paura che questo sarebbe stato il risultato già allora.

Al tempo, nel tentativo di salvarlo, arrivai quasi a perdere me stessa.

Aveva una forza ed un potere incredibilmente dinamici, che non potevano essere sottovalutati.

Quando li usava per qualcosa di buono, era il migliore, e quando li usava in modo sbagliato, andava davvero DAVVERO male.

La mediocrità non era un concetto che sarebbe potuto entrare nell'essenza o nelle azioni di Michael Jackson, mai, nemmeno per un secondo.

Divenni malata, e spiritualmente/sentimental
..mente esausta nella mia missione di salvarlo da certi atteggiamenti auto-distruttivi e dai terribile vampiri e sanguisughe che riusciva sempre ad attirare attorno a lui.

Ci finii dentro fino ai capelli, mentre provavo.

Dovevo pensare ai miei figli, dovevo prendere una decisione.

La decisione più difficile che abbia mai preso, cioè andarmene e lasciare che se la vedesse con il suo fato, nonostante lo amassi disperatamente e provai a fermarlo o invertire tutto, in qualche modo.

Dopo il divorzio, passai qualche anno ad ossessionarmi per lui e per cosa avrei potuto fare diversamente, in preda al rimpianto.

Poi passai alcuni anni di rabbia nei confronti della situazione.

Ad un certo punto, divenni davvero indifferent, fino ad ora.

Mentre sono qui seduta, sopraffatta dalla tristezza, dalle riflessioni e dalla confusione su quello che è stato il mio più grande fallimento fino ad ora, guardando ai telegiornali quasi scena per scena lo stesso scenario a cui assistii il 16 Agosto 1977 (ndr, con Elvis), ora con Michael (Una cosa che non avrei voluto rivedere mai) proprio come aveva predetto, sono davvero sconvolta.

QUalsiasi esperienza insana o qualsiasi parola abbia mai provato nei suoi confronti nel passato è appena morta dentro di me insieme a lui.

Era una persona straordinaria e sono fortunata di essermi potuta avvicinare a lui tanto quanto ho fatto, e di avere avuto le tante esperienze e gli anni insieme a lui.

Spero disperatamente che possa essere sollevato dal suo dolore, dalla pressione e dal tumulto.

Merita di essere libero da tutto quello e spero che sia, o sarà, in un posto migliore.

Spero anche che chiunque altro senta di non essere riuscito ad aiutarlo possa essere finalmente libero, perchè finalmente magari lui lo è.

Il mondo è sotto shock, ma in qualche modo lui sapeva esattamente come il suo destino si sarebbe spiegato, un giorno, più di chiunque altro, ed aveva ragione.

Avevo davvero bisogno di dire queste cose, grazi per avermi ascoltata.

www.myspace.com/lisamariepresley


---------------------------



Lettera MERAVIGLIOSA di Adriano Celentano
Categoria: Musica
Ascoltai Billie Jean e capii: è un re. Poi le accuse l’hanno massacrato
Dentro di me, Michael Jackson è esploso quando dall’album di Thriller sentii per la prima volta Billie Jean
di ADRIANO CELENTANO
Dentro di me, Michael Jackson è esploso quando dall’album di Thriller sentii per la prima volta Billie Jean. Rimasi colpito oltre che dal suo modo di cantare originalissimo, dall’innovativo arrangiamento di Quincy Jones. Geniali gli archi in controtempo a una ritmica scarna dove il basso, in primo piano, la faceva da padrone a sottolineare che stava per arrivare un Re. Già dall’introduzione, infatti, prima ancora di udire la sua voce, ebbi la strana sensazione come se quel basso dall’aria un po’ ossessiva e quegli archi che come in punta di piedi gli facevano da controcanto, fossero la sua voce. Quasi come ad annunciare: «Ragazzi sono arrivato… per un po’ di tempo ci sarò io…». E lui c’è stato. Le note di quell’introduzione erano il preludio di un qualcosa che stava musicalmente accadendo. Poi arriva la sua voce. E alla fine di quel brano, prima ancora di sentire il resto dell’album, avvertivo già il fragore di un uragano che si sarebbe propagato per tutta la terra.
Settecentocinquanta milioni di dischi venduti. E ora, tutti lì a domandarsi chi l’ha ucciso. La diagnosi di arresto cardiaco, una banalità che dimostra quanto puerili possano essere la fantasia di chi viene colto in errore o l’incompetenza non certo degna di un medico, se si è esagerato nell’iniettare una medicina alla quale si era già assuefatti. Sono appena 48 ore da quando Michael è morto e la parola complotto ha già fatto il giro del mondo.
Ma il vero assassino è davanti a noi, è lì che ci guarda, lo incontriamo tutti i giorni quando andiamo a comprare il giornale o quando guardiamo la televisione. Si può dire che l’assassino ce l’abbiamo in casa, gli diamo da mangiare, da dormire, però non facciamo niente per educarlo a non uccidere. Facciamo finta di non vederlo e ci guardiamo bene dall’incazzarci se la notizia che esce dal piccolo schermo sulla piena assoluzione di Michael Jackson non ha lo stesso risalto di quando invece, per anni, lo hanno infamato accusandolo di molestie sessuali. Per dieci anni i «criminalmedia» lo hanno massacrato nonostante lui si dichiarasse innocente e nonostante nessuna prova sia mai emersa. Lo hanno distrutto, devastato, piegato in due. E quando finalmente avevano l’opportunità di farlo rialzare per il giusto riscatto di fronte al mondo, i media cos’hanno fatto? Gli hanno dato l’ultimo colpo di grazia: hanno detto «Michael Jackson è stato assolto». Ma lo hanno detto talmente a bassa voce che la pugnalata infertagli dai media stavolta è stata fatale.
Con l’animo ancora grondante di sangue ha cercato allora di dar voce a quell’innocenza finalmente riconosciuta, in un modo diverso e come sempre geniale. Lo sforzo era sovrumano. Doveva raccogliere le sue ultime forze ormai sbrindellate dalla micidiale macchina del consumismo e così ha annunciato il suo ultimo incontro con i milioni di fan che si sono scapicollati per avere i biglietti ed essere presenti in uno dei 50 concerti-evento a Londra. Per cinquanta giorni avrebbe cantato, divertito e giocato con chi lo ha sempre amato e non ha mai dubitato della sua innocenza. Avrebbe parlato al mondo di quella verità che i media hanno vigliaccamente omesso. Ma il mondo ora lo ha capito!...


www.corriere.it
 
Top
oOAlessiaOo
view post Posted on 16/7/2009, 17:16




Un bellissimo articolo è stato pubblicato su "Abc NEWS":
abcnews.go.com/Health/MichaelJackson/Story?id=8041395&page=1
abcnews.go.com/Health/MichaelJackson/Story?id=8041395&page=2

Questa la traduzione:

Mentre le speculazioni sui problemi di salute di Michael Jackson continuano ad imperversare dopo la sua morte, pare che molte delle sue famose "abitudini" confermino che egli ha lottato contro il lupus, una malattia cronica del sistema immunitario.
Mercoledì, il Dr. Arnie Klein, medico di Jackson, ha detto a "Good Morning America", che aveva diagnosticato a Jackson il lupus, una malattia nella quale il corpo è soggetto ad attacchi da parte del proprio sistema immunitario. Le conseguenze della malattia sono infiammazione, dolore e danni a vari tessuti del corpo.
Spiegazioni su come Jackson convivesse con una tale condizione si possono trovare nelle suo "stile" personale, dalla maschera chirurgica che indossava in varie occasioni, al famoso guanto bianco.
Secondo la "Lupus Foundation of America", almeno 1,5 milioni di americani hanno il lupus, e circa 5 milioni di persone in tutto il mondo hanno una qualche forma della malattia.
Il Dottor Robert Lahita, professore di medicina presso il "Mount Sinai Medical School", che ha scritto numerosi libri sul lupus e altre malattie del sistema immunitario, ha detto a "Good Morning America" che da ciò che si sa delle condizioni mediche di Jackson si può "puntare" al lupus.
"Egli aveva una forma di lupus della pelle, chiamata lupus discoidale, che colpisce circa il 40 per cento dei pazienti con lupus", ha detto Lahita, aggiungendo che questa condizione può portare alla depigmentazione della pelle, tra le altre cose.
"Michael Jackson ammise di avere la vitiligine e di avere macchie della pelle" ha detto Lahita.
Questa condizione può spiegare il motivo per cui Jackson è stato spesso visto con un ombrello, in quanto si consiglia normalmente a questi pazienti di evitare l'esposizione al sole.
Ma per molti fan di Jackson, il fatto che il cantante usasse il famoso guanto bianco per camuffare la sua malattia, può essere più "intrigante". E' una possibilità che Lahita ha definito "molto interessante".
"La vitiligine colpisce il collo, il viso, la parte superiore del polso e l'inguine", ha detto.
"E la vitiligine da sola è rara. Ma è comune se associata con malattie del sisitema immunitario".
Se Jackson aveva il lupus, si può allora chiarire anche il motivo alla base di quello che alcune persone vicine al cantante hanno detto che era una dipendenza da farmaci antidolorifici.
"Molti dei miei pazienti hanno la fibromialgia, circa il 50 per cento", ha detto Lahita. "Questa è una terribile condizione di dolore cronico. Egli ha sofferto di questo."
Secondo Cherilyn Lee, un'infermiera che ha lavorato per Michael Jackson, il cantante aveva anche chiesto il potente anestetico Diprivan nei giorni prima della sua morte, al fine di aiutarlo a dormire.
Lahita ha detto che l'insonnia è comunemente associata con il tipo di lupus di cui Jackson ha sofferto.
Ci sono anche sospetti, risalenti all'incidente che Jackson ebbe nel 1984 in cui i capelli si bruciarono durante le riprese di uno spot, che Jackson portasse una parrucca per coprire la perdita di capelli.
"La perdita dei capelli è chiamata alopecia, ed è molto comune", ha affermato Lahita. "E possiamo ricordarci dell'incidente durante lo spot commerciale nella città di New York. Questo è probabilmente il momento in cui il lupus discoidale è stato scoperto nel suo cuoio capelluto."
E poiché il lupus può infiammare il cuore, ha detto Lahita, è possibile che la causa di morte della pop star verrà associata alla malattia di cui egli ha sofferto, una volta che tutti i risultati dei test medici saranno noti.
"Una delle caratteristiche di questa seria malattia è il precoce indurimento delle arterie", ha detto Lahita. "Il cuore viene coinvolto. I vasi sanguigni vengono coinvolti nella maggior parte
dei miei pazienti. E una prematura malattia al cuore è molto comune."
 
Top
1 replies since 15/7/2009, 20:26   39 views
  Share